mercoledì 19 dicembre 2007

Anno 1984 - Note

NOTE SULLA RELAZIONE 1984

L'anno 1984 è stato caratterizzato dall'intuizione (persino banale), maturata al Corso per divulgatori tecnici di Minoprio, che la permanenza di una sufficiente fetta di popolazlone nelle zone montane è una questione intersettoriale e non strettamente agricola. Intuizione chiarissima e perfettamente leggibile nella L. 1102
(ist1tutiva delle CC.MM.)che, sino a quando il singolo operatore montano non fa propria, rimane di fatto non compresa. Fascino particolare ha avuto, su chi scrive, l'idea di part-time famigliare, intendendo con ciò l'attività in diversi settori dei singoli componenti della famiglia; solo uno o pochi di essi lavorerebbe (a tempo pieno) in agricoltura, ma l'attività dei campi risulterebbe il perno attorno al quale ruota la vita sociale della famiglia (Sud-Tirolo docet). A esempio se l'anno passato si fosse sentito che il conduttore di una azienda agricola (per questioni economiche) lasciava l'azienda per passare ad una altro settore, mentre la moglie, pur diminuendo il carico di bestiame, rimaneva, l'addeto agricolo della Comunità si sarebbe sentito stupidamente colpevole di questa situazione (realmente accaduta). Avrebbe probabilmente cercato di convincere il capo famiglia che gli scarsi redditi erano probabilmente dovuti alla mancata attuazione di qualche accorgimento tecnico: alimentazione del bestiame, concimaz1one dei prati o chissà quant'altro. Oggi può capire che cio' che conta è il reddito familiare nel suo complesso, unito ad una sufficiente, qualità della vita.
Cos1 il fatto che il capo-famiglia dell'esempio precedente, passi al settore dell'edilizia è da considerare positivamente perchè il maggior reddito permetterà alla moglie di svolgere la sua attività con maggiore sicurezza. L'alternativa sarebbe l'abbandono di entrambi, anche se le condizioni tecniche fossero perfette, da manuale.

Perchè il discorso sia più chiaro si dirà che in agricoltura i redditi sono bassi(ormai è risaputo e tutta la politica agricola CEE si basa su questo assunto)mentre nell'agricoltura montana sono miserrimi. Il punto centrale della discussione è proprio questo. Dimostrazione.

1 vacca adulta Pezzata Rossa Oropa produce mediamente 25 q di latte/anno e 1 vitello ogni 14-15 mesi.
25 q di latte forniscono opportunamente lavorati (perdite comprese) 150 kg di formaggio toma e 75 kg di burro
150 kg x 4800 £/kg = 720.000 £
75 kg x 7000 £/kg = 525.000 £
L'autoconsumo dei prodotti citati può giungere il 20% di entrambi i prodotti. La produzione che si trasforma in moneta sarà quindi
575.000 + 405.000 = 980.000 £

A questo occorre aggiungere 0.86% di vitello/anno che però non può essere completamente venduto (occorre tenere conto della quota di rimonta, degli scarti, dei morti ecc.) ma solamente per metà:
0,43% di vitello scolostrato del peso di 40 kg sono 17.2 kg di vitello a £/kg 7000 = 120.000 £

Il totale della produzione lorda vendibile risulta di 1.100.000 £ per vacca.
Ad essere ottimisti possiamo valutare le spese al 50% della produzione lorda vendibile. Si ottiene che ogni vacca dà un reddito di 550.000 £/anno.

Quindi, se una famiglia risulta composta da 3 persone (padre,madre, figlio/a) e in questa casa si allevano 15 vacche (25 bovini in totale), il reddito complessivo sarà di 8.250.000 £; pro capite di 2.750.000 e, tenendo conto di 2300 ore/lavorative anno, un reddito orario di 1.196 £. Un operaio "forestale comune" ne guadagna 7500 con un rapporto di 1 a 6,3.

Prego il lettore di non pensare che si sia fatto il conteggio con i minimi valori per le produzioni ed i prezzi e i massimi valori per le spese: si può assicurare anzi, che il conteggio è addirittura ottimistico per determinate situazioni riscontrabili nella Valle.

Riguardo alla qualità della vita non si possono fare dimostrazioni matematiche. Il grado di apprezzamento dipende dalla cultura di ognuno. Chi non conosce altro può anche considerare massima aspirazione quella di abitare in una baita scura e maleodorante, lontano dai centri dove si elabora cultura o anche solo dal bar del paese. A discutere perennemente del prezzo della torna, del fieno o dei vitelli o sul fatto che forse pioverà e domani non si potrà tagliare l'erba. Le associazioni di categoria pensano a far pratiche e, in un certo senso, godono dell 'ignoranza degli agricoltori che origina circuiti di asservimento totalizzanti (la maggior parte degli allevatori della Valle Elvo crede sia il segretario locale dell'associazione a concedere o a negare provvidenze statali in materia di strutture! L'ignoranza della gran parte degli agricoltor1, alle soglie della civiltà post-industriale, è disperante. Non sanno di nulla e quando qualcosa di un po' più complesso del solito li minaccia, si trincerano dietro ad un "tanto io non capisco niente" e rifiutano di andare oltre, di fare uno sforzo di comprensione.

Ma tant'è, questa è la situazione che abbiamo tra mani e di qui occorre partire. Il tecnico della C.M. quando si trova in qualche azienda (194 sopralluoghi aziendali non sono 194 aziende diverse visitate, occorre tenere conto delle visite ripetute) deve valutare la cultura delle persone che stanno innanzl a lui.
Esemplificativamente egli può trovarsi al cospetto di 3 situazioni:

1) Agricoltore tradizionale di bassissima cultura.
Lo sforzo sarà indirizzato a far comprendere anche' 1 solo punto fermo. Es. il segretario locale dell 'associazione degli agricoltori non è chi decide se puoi o no avere il' contributo tal dei tali. Oppure, il risanamento della tubercolosi è il
primo scalino da salire per avere una mandria degna di tale nome (siamo ancora a questi punti, altro che progresso zootecnico!)

2) Agricoltore tradizionale di sufficiente cultura.
Queste persone si ascoltano con molta attenzione perchè in genere sono molto intelligenti e perspicaci. Dopo di che si cerca un dibattito e all'interno di questo si lavora per incuriosire l'interlocutore rispetto a qualche problema di vario genere. Es. E' vero che questo prato produce molto, ma una buona percentuale di specie che lo compongono sono dannose al bestiame, perchè non provare a diserbare? Dopo qualche tempo l'agronomo torna con l'occorrente (tuta, stivali, pompa a zaino) per diserbare le specie dannose e, senza problemi, tratta una certa superficie di prato. L'agricoltore non deve far altro che controllare l'effettiva efficacia del trattamento. Se i risultati lo convinceranno la futura stagione chiederà il nome del prodotto, se lo acquisterà e tratterà l'intero appezzamento.

3) Agricoltore non tradizionale.
Sono in genere persone legate in qualche modo alla terra, che provengono però da settori extragricoli. Con loro, diversificado significativamente gli approcci, in base alla personalità e alla cultura, si opera da tecnico nell'accezione comune del termine. Si studiano concimazioni, alimentazioni del bestiame, si discute di problemi di mercato, della necessità o meno di cambiare l'indirizzo colturale ecc.

Ultimamente, manca negli agricoltori una istruzione di base solida (grazie a Dio, le nuove generazioni posseggono nella gran parte la licenza media inferiore) sulla quale sia possibile innestare ogni ulteriore notizia o ragionamento sia tecn1co, che economico, che sociologico.
Per dare il nostro piccolo contributo a colmare questo profondissimo iato si stanno svolgendo una serie di lezioni con la collaborazione del Preside e di molti insegnanti, riguardanti l'economia agricola montana nelle classi terze e seconde delle scuole medie della Val1e. L'obiettivo è di far conoscere a chi (tra gli studenti e gli insegnanti) è lontano da queste problematiche, la sostanza della questione. A chi invece queste problematiche dovrà affrontare si vuole illustrare una diversa angolatura dalla quale guardare al fatto agricoltura montana e territorio; ultimamente, offrire motivi di riflessione al di fuori della cultura tradizionale.

Il tecnico agrario
(dott. Costante G1acobbe)

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Ufficio agricoltura e foreste: istituito il 1° settembre 1981, responsabile Costante Giacobbe